Abbassare il limite di velocità a 30 chilometri orari sulle strade urbane (ad
eccezione di quelle di grande scorrimento) e invertite le priorità degli
investimenti pubblici in materia di mobilità: non più grandi opere ma interventi
puntuali a fare di pedoni e ciclisti nelle città. Sono queste alcune delle
proposte emerse a Reggio Emilia a conclusione dagli
Stati generali
della Bicicletta e della Mobilità nuova. L’evento nazionale è
stato promosso da
Anci,
Legambiente,
Fiab e
#salvaiciclisti con la collaborazione
del
Comune di Reggio Emilia e l’adesione della Presidenza della
Repubblica, per parlare di mobilità nuova, ciclabilità e qualità urbana, ma
soprattutto per dar vita a cambiamenti concreti basati su impegni vincolanti per
le Amministrazioni.
A chiudere la due giorni il sindaco del comune
emiliano e presidente dell'Anci
Graziano Delrio: "Il
cambiamento nasce dal basso e dalle città, per questo bisogna lavorare per
diffondere una cultura amministrativa che renda la mobilità ciclabile parte
della programmazione degli enti locali –ha dichiarato–.
L’alleanza tra
associazioni e Comuni di cui questo evento è testimone costituisce una grande
potenzialità da sfruttare per rendere il cambiamento ineluttabile. Per
questo occorre che chi si candida a governare il Paese, chiunque sia, prenda
impegni precisi in materia di mobilità dolce sia in termini di azioni, sia di
monitoraggio delle città attraverso indicatori. Il tema della mobilità
sostenibile deve entrare nell’agenda del Paese e
il lavoro svolto in
questi giorni deve proseguire con i sindaci in prima fila in questa grande
campagna per una mobilità nuova”.
Gli Stati generali difatti,
dopo l’esperienza positiva di questa prima edizione, a cui hanno partecipato
più di 500 persone, iscritte formalmente ai lavori, provenienti
da tutta Italia e rappresentanti del ministero dell’Ambiente e
dell’Organizzazione mondiale della sanità, si appresta a diventare un
appuntamento permanente con
cadenza annuale.
I lavori
degli Stati Generali si sono avvalsi dell’attività di un
Comitato
scientifico composto da esperti in campo nazionale e internazionale:
Maria Berrini, architetto, presidente di Ambiente Italia e
dell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio (Amat) del Comune di Milano,
ricercatrice in materia di pianificazione ambientale e territoriale, in Comitato
scientifico in rappresentanza di Legambiente;
Matteo Dondè,
architetto, esperto in pianificazione della mobilità ciclistica, moderazione del
traffico e riqualificazione degli spazi pubblici, nel Comitato in rappresentanza
di #salvaiciclisti;
Edoardo Galatola, ingegnere, ricercatore ed
esperto in sicurezza stradale e ambientale, responsabile Sicurezza di Fiab, in
rappresentanza di Fiab e
Maria Rosa Vittadini, docente di
Tecniche di analisi urbane e territoriali presso la facoltà di Architettura,
Dipartimento di Pianificazione del territorio, Università Iuav di Venezia, in
rappresentanza di Anci.
Alla fine dei lavori, il Comitato scientifico ha
elaborato un
Documento di sintesi finale, di cui si riportano
qui in modo schematico i passaggi più rilevanti:
L’Italia cambia
strada - Serve una Svolta:- per Territori e Paesaggi di
qualità, curati e presidiati, attrezzati per la mobilità dolce;
- per Città
di persone, libere dalle auto, più sicure, sane, belle, vissute;
- per una
Mobilità sostenibile, più efficiente, intelligente e funzionale;
- per i
Pedoni e i Ciclisti, da mettere al centro della mobilità urbana;
- di
innovazione sociale: visioni, progetti, decisioni, che siano condivise e che
attingano dalle comunità.
In che Direzione:-
verso un target 20-20-20 della mobilità (intese come percentuali di ripartizione
modale, tra bici, pedoni, trasporto pubblico locale-Tpl), come obiettivo medio
nazionale, ma per il quale ogni città dia il proprio contributo, andando anche
oltre;
- verso un target Zero incidenti in ambito urbano puntando a dimezzare
subito morti e feriti tra pedoni e ciclisti;
- verso i 30 km/ora in ambito
urbano con eccezione della viabilità principale o di ambiti definiti, la cui
definizione sia responsabilità dei Piani locali;
- verso i 20.000 km della
rete ciclabile nazionale (di cui 6.000 di EuroVelo)
Come. Le
strategie:- ridisegno degli spazi e delle strade e nuovi
quartieri Car free, ai fini della moderazione del traffico e della convivenza
tra diversi modi di muoversi;
- progettazione e attivazione di servizi
integrati e innovativi per una città amichevole che incoraggi il passaggio
dall’auto in proprietà a sistemi integrati di mobilità, ad esempio: parcheggi
bici-Tpl, stalli, parcheggio spazi condominiali, ciclofficine e luoghi (Bike
Square) di aggregazione, ciclabilità diffusa (corsie, preferenziazioni, reti
ciclabili come valorizzazione del paesaggio), bikesharing, servizi bici cargo
per le merci, intermodalità, infomobilità (orientate alle bici);
- ruolo
delle comunità (privati, associazioni e cittadini) per dare loro informazione a
voce, per valorizzare il loro ruolo di innovazione di servizi e di
prodotti;
- individuazione di investimenti da attivare e o da ridistribuire
per il finanziamento della mobilità ciclistica;
- incentivi e disincentivi
come: premi a Comuni e quartieri virtuosi, incentivi per i lavoratori (premi,
agevolazioni, convenzioni, abbonamenti e defiscalizzazioni per i datori di
lavoro che li utilizzano). Incentivi mirati ai i giovani (premi, riconoscimento
sociale, abbonamenti, convenzioni, modalità aggregazione). Riconoscimento
dell’infortunio in itinere anche per lo spostamento in bici casa-lavoro.
Disincentivi all’uso dell’auto (tariffazione sosta, accessi aree
congestionate).
Strumenti- Revisione organica
del Codice della Strada e delle norme tecniche che vanno rivisti, snelliti,
armonizzati e corretti per quanto concerne la mobilità ciclistica e pedonale.
Coinvolgimento delle associazioni di utenza debole nella sua ridefinizione.
- Progettazione urbanistica (integrazione degli obiettivi ciclabilità nei
Piani urbanistici e nei regolamenti edilizi, utilizzo mirato degli oneri di
urbanizzazione, ricalibrazione degli standard di parcheggio).
-
Elaborazione/Revisione dei Piani locali della Mobilità, alla luce degli
obiettivi di riequilibrio e di sicurezza qui indicati e redazione dei piani per
la sicurezza urbana.
- Sviluppo di un Piano nazionale della Mobilità
ciclistica.
- Istituzione della rete ciclabile nazionale anche in funzione
del cicloturismo e delle attività economiche collegate e definizione della
segnaletica di direzione per i percorsi ciclabili urbani ed extraurbani.
-
Comunicazione
- Educazione nelle scuole, università e nei luoghi di
aggregazione, con progetti inclusivi (Scuole Car free, Ciclo-pedibus)
-
Formazione nelle Pubbliche amministrazioni, per decisori e tecnici.
-
Comunicazione mirata e differenziata.
- Agire sui linguaggi e sui
simboli.
- Produrre emozioni, non dogmi.
- Usare messaggi positivi e
inclusivi.
- Attivare strumenti dedicati (Portali web, Giornata nazionale
della Bici, adesione alla Settimana Europea della mobilità, Bike Pride, Network
tra buone pratiche e servizi, Campagne Bike to work – to school – to
shopping).
ChiUna Cabina di regia nazionale,
incardinata dove si formano le politiche, ma anche di coordinamento traversale
(Ministero dei Trasporti, dell’Ambiente, della Salute… ). Regioni con fondi e
leggi dedicati, in particolare per la progettazione urbanistica. Comuni con
Ufficio bici, Bike plan, partecipazione, obiettivi e monitoraggio. Comunità
(imprese, associazioni, movimenti, cittadini… ) come protagonisti del
cambiamento.